Intelligenze Multiple al Nido
In questo articolo proporremo alcune riflessioni sul tema delle intelligenze multiple come definite da Howard Gardner, in particolare per chiarire la validità di tale teoria e la reale applicabilità negli asili nido da parte delle educatrici. L'articolo è stato curato dalla psicologa Milena De Giorgi, partendo da una serie di riflessioni sviluppate all'interno del gruppo di lavoro di Progetto Asilo Nido.
Definizione di intelligenza e intelligenze multiple secondo Gardner
Howard Gardner nel 1999 definisce l’intelligenza come “un potenziale biopsicologico (“biopsychological potential”) a processare informazioni, che può essere attivato in un setting culturale per risolvere problemi o creare prodotti di valore in una cultura” (Gardner 1999, trad. it. Aut.).
Sono evidenti tre aspetti: l’intelligenza come potenziale, la sua attivazione “culturale”, la sua finalità “operativa”.
L’intelligenza come potenziale enfatizza la differenza tra questa definizione di intelligenza e quelle che la considerano come una capacità fissa e innata.
L’attivazione di questo potenziale dipende in larga parte dai valori della cultura in cui l’individuo si sviluppa e dalle opportunità che tale cultura gli offre.
Quest’ultimo punto è interessante per le possibili implicazioni per le educatrici di asili nido. Infatti, l’intelligenza di ciascun individuo (secondo questa teoria) deriva dal fatto che i potenziali di ogni singolo individuo sono attivati in maniera diversa da fattori biologici tipici della specie umana e del singolo individuo stesso, da fattori ambientali, dall’educazione e dagli sforzi personali.
La finalità “operativa”, cioè il fatto che il potenziale sia attivato in ordine alla risoluzione di problemi o creazione di prodotti, implica due conseguenze. La prima, permette il passaggio da intelligenza ad “intelligenze” (informazioni di tipo diverso e problemi di tipo diverso). La seconda riguarda il modo in cui si possa quantificarle. Infatti, Gardner (ibid.) sostiene che, essendo le intelligenze usate per risolvere problemi reali, esse debbano essere misurate sul funzionamento delle capacità espresse durante queste situazioni reali (diverse tra loro).
Gardner ha individuato prima 7, poi 8 intelligenze (per una descrizione più precisa, in italiano, vedi Gardner, 2010). È importante considerare che questa lista non è definitiva o assoluta, ma basata su criteri empirici riportati allo stato attuale. Sarà quindi possibile modificare ed aggiungere altre intelligenze se ci saranno future scoperte.
Validità della teoria delle intelligenze multiple
La teoria delle intelligenze multiple ha catturato l'attenzione sia degli specialisti sia del pubblico più generale (e tra questi, di molti che operano in campo educativo).
Tuttavia, qualche cautela deve essere osservata prima di accettare ed usare tale teoria.
Dal momento in cui la teoria è stata proposta per la prima volta (Gardner, 1983), non sono stati pubblicati test empirici della teoria nel suo complesso. Dato che uno degli obiettivi principali della scienza è testare empiricamente le teorie, questo fatto è quantomeno deludente. Questo non significa che la teoria non sia valida, ma indica la necessità di tali test.
La teoria è stata giustificata - non “dimostrata” - da Gardner (1983) sulla base di diverse referenze nella letteratura scientifica. Anche se questi riferimenti sono convincenti, sono anche selettivi. Ad esempio, non c'è praticamente alcuna coincidenza tra le referenze di Gardner (1983, 1999) e quelle di Carroll (1993) o Jensen (1998) (Carroll e Jensen hanno proposto ognuno delle teorie relative all’intelligenza). Questo non significa che i riferimenti di uno o dell’altro siano errati. Piuttosto, si deve considerare che tutta la bibliografia è scelta dagli autori e quindi può soffermarsi sugli studi che meglio supportano il loro punto di vista.
La teoria lascia alcuni dubbi sulla consistenza del termine “intelligenze”. Sono tutte intelligenze in sé e per sé, distinte tra loro? Alcune di queste potrebbero essere invece dei “talenti”, o capacità? A tal riguardo sono interessanti le stesse parole di Gardner:
“Posso identificare un numero di punti di svolta cruciali in questa indagine [sulla tassonomia ottimale delle capacità umane, indagine che ha portano Gardner alla formulazione della sua teoria, NDT]. Non ricordo quando sia successo, ma ad un certo punto ho deciso di chiamare queste facoltà “intelligenze multiple” piuttosto che capacità o doni. Questo cambio lessicale apparentemente minore si è dimostrato molto importante; sono sicuro che se avessi scritto un libro intitolato “I sette talenti” non avrebbe ricevuto l’attenzione di Frames of Mind ”. (Gardner, 2003).
Intelligenze multiple e neuroscienze
Le ricerche neurologiche degli ultimi dieci anni hanno fornito alcune prove a sostegno della separazione, nel cervello, dei processi linguistici, matematici e musicali. Questo però non implica necessariamente l’esistenza di intelligenze multiple distinte: questi processi sono stati, infatti, identificati come “abilità” da molti ricercatori (vedi ad esempio: Cacioppo & Berntson, 2004; Josse & Tzourio-Mazoyer, 2004; Martin, 2003; Miller, 1999; Parris, 2005; Peretz & Zatorre, 2005; Shafir & LeBoeuf, 2002; Singer-Dudek & Greer, 2005).
Di contro, sono emerse significative incongruenze tra la teoria di Gardner e le scoperte delle neuroscienze cognitive, in particolare per la scoperta di circuiti neurali “condivisi” che gestiscono più tipi di informazioni diverse (ad esempio: Waterhouse, 2006), in diretto contrasto con le ipotesi di Gardner di intelligenze multiple distinte anche dal punto di vista neuronale.
Intelligenze multiple e valutazioni psicometriche
Esistono alcune valutazioni psicometriche (Gardner, Feldman, e Krechevsky, 1998), ma secondo vari studiosi non sembrano essere “sufficientemente valide dal punto di vista psicometrico” (ad esempio: Sternberg, 2003, pag. 35).
Visser, Ashton e Vernon (2006) evidenziano, con un risultato non conclusivo, che: “test altamente diversi delle capacità puramente cognitive (Linguistica, Logico-Matematica, Spaziale, Naturalistica, Interpersonale) condividono forti g-carichi relativi al fattore dell’intelligenza generale, e che le capacità che coinvolgono influenze sensorie, motorie o di personalità hanno g-carichi meno forti” (trad. it Aut.).
Vi è quindi una reale necessità di valutazioni psicometriche “forti” e convincenti delle intelligenze diverse, perché senza tali valutazioni sarà difficile arrivare ad una validazione della teoria.
Intelligenze multiple e verifiche nel campo educativo
Tra i primi e ancor oggi più interessati alla teoria delle intelligenze multiple ci sono i professionisti dell’educazione. Dalla prima apparizione della teoria delle intelligenze multiple, sono stati avviati un gran numero di programmi ed interventi educativi basati su essa (Gardner, 1993). Per Gardner (Gardner, 2004, p. 214; Gardner & Connell, 2000, p. 292) è ipotizzabile ottenere una conferma della validità della teoria stessa dai risultati dei programmi stessi che la usano. Tuttavia, applicare la teoria delle intelligenze multiple non può validare l’esistenza di queste perché il fatto stesso di applicare la teoria presuppone che le intelligenze siano già state validate. Gardner non ha prodotto alcuna pubblicazione riguardante questo problema. Inoltre molti di tali programmi non sono stati valutati, ed altri non hanno ancora concluso la fase di valutazione. In una valutazione particolarmente attenta di un programma di interventi basato sulla base della teoria di Gardner, non ci sono stati guadagni significativi nei risultati scolastici o modifiche nel concetto del Sé degli studenti come risultato del programma (Callahan, Tomlinson, e Plucker, 1997).
In alcune altre ricerche relative all’educazione è stato evidenziato che, se si valutano molte capacità degli studenti, non appare un livello uniforme di una capacità “generale”, ma piuttosto un insieme di capacità possedute in maniera più o meno presente. Questo però non implica necessariamente l’esistenza di intelligenze multiple distinte.
Inoltre, né Gardner né altri ricercatori hanno proposto ricerche sulle intelligenze multiple per bambini in età di asilo nido dirette a verificare la validità di tali ipotesi. Lo stesso Gardner nei suoi ultimi lavori si è spostato sempre più verso altre applicazioni della sua teoria, di tipo non educativo (vedi la sua partecipazione allo Harvard Project Zero).
Bibliografia
Clicca per visualizzare la bibliografia in dettaglio:
Cacioppo, J. T., & Berntson, G. G. (2004). Social neuroscience. In M. Gazzaniga (Ed.), The cognitive neurosciences III (3rd ed., pp. 977–996). Cambridge, MA: MIT Press
Callahan, C. M., Tomlinson, C. A., & Plucker, J. (1997). Project START using a multiple intelligences model in identifying and promoting talent in high-risk students (Research Monograph 95136). Storrs: University of Connecticut, National Research Center on the Gifted and Talented.
Carroll, J. B. (1993). Human cognitive abilities: A survey of factor analytic studies. New York: Cambridge University Press.
Gardner, H. (1983). Frames of mind: The theory of multiple intelligences. New York: Basic Books.
Gardner, H. (1993). Multiple intelligences: The theory in practice. New York: Basic Books.
Gardner, H. (1999). Intelligence reframed: Multiple intelligences for the 21st century. New York: Basic Books.
Gardner, H. (2003): “Multiple Intelligences After Twenty Years”, Paper presented at the American Educational Research Association, Chicago, Illinois, April 21, 2003. Pag. 3
Gardner, H. (2004). Changing minds. Boston: Harvard Business School Press
Gardner, H. (2010). Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza. Feltrinelli
Gardner, H., & Connell, M. (2000). Response to Nicholas Allix. Australian Journal of Education, 44, 288–293.
Gardner, H., Feldman, D., & Krechevsky, M. (Eds.) (1998). Project Zero frameworks for early childhood education (3 vols.). New York: Teachers College Press.
Jensen, A. R. (1998). The g factor: The science of mental ability. Westport, CT: Praeger/Greenwoood.
Josse. G., & Tzourio-Mazoyer, N. (2004). Hemispheric specialization for language. Brain Research Reviews, 44, 1–12.
Martin, R. C. (2003). Language processing: Functional organization and neuroanatomical basis. Annual Review of Psychology, 54, 55–89.
Miller, G. A. (1999). On knowing a word. Annual Review of Psychology, 50, 1–19.
Parris, S. G. (2005). Reinterpreting the development of reading skills. Reading Research Quarterly, 40, 184–202.
Peretz, I., & Zatorre, R. J. (2005). Brain organization for music processing. Annual Review of Psychology, 56, 89–114.
Shafir, E, & LeBoeuf, R. A. (2002). Rationality. Annual Review of Psychology, 53, 491–517.
Singer-Dudek, J., & Greer, R. D. (2005). A long term analysis of the relationship between fluency and the training and maintenance of complex math skills. Psychological Record, 55, 361–376.
Sternberg, R.J., (2003). Contemporary Theories of Intelligence. In Weiner, I.B. (Ed) & Lerner, R.M., Ann Easterbrooks, M., Mistry, J. (Vol. Eds), Handbook of Psychology, Wiley. Vol. 7: “Educational Psychology” (2003). pag. 35
Visser, B. A., Ashton M. C., & Vernon, P. A. (2006). “Beyond g: Putting multiple intelligences theory to the test”, Intelligence, Volume 34, Issue 5, September-October 2006, Pages 487-502
Waterhouse, L., (2006). Multiple Intelligences, the Mozart Effect, and Emotional Intelligence: A Critical Review. Educational Psychologist, 41(4), 207–225
Conclusioni
In questo articolo abbiamo indagato la teoria delle intelligenze multiple come definita da Howard Gardner, in particolare per verificarne la validità e la concreta applicabilità negli asili nido da parte delle educatrici. A scapito dell’enorme successo tra gli educatori, pochissime evidenze scientifiche supportano la validità di questa teoria, e anzi varie ricerche delle neuroscienze cognitive sembrano invalidarla almeno in parte. È quindi consigliabile alle educatrici una certa cautela nell’adottare integralmente la teoria delle intelligenze multiple di Gardner come fondazione per il progetto educativo del proprio asilo nido.