Attenzione e suo Sviluppo al Nido
Attenzione è una di quelle parole il cui significato in asilo nido si dà solitamente per scontato e conosciuto, così come il suo sviluppo. In realtà, l’attenzione è un fenomeno complesso tuttora molto studiato e di grande importanza educativa, dato che è alla base di molti processi fondamentali per lo sviluppo del bambino.
In questo articolo curato dalla psicologa Milena De Giorgi proporremo alle educatrici di asilo nido una serie di riflessioni per evidenziare “cosa” sia l’attenzione e come si evolva nei bambini di 0-3 anni; in particolare vedremo le teorie più attuali, in maniera da poterne poi ricavare indicazioni utili all’agire educativo e al Progetto Educativo. Scopo di tali indicazioni sull’attenzione è essere utili per una discussione sia all’interno del gruppo di lavoro delle educatrici sia, per chi voglia condividere le proprie esperienze, anche sulla nostra pagina di Progetto asilo nido su Facebook.
Nota: termini tecnici o inusuali sono descritti con maggior dettaglio in Termini per asilo nido.
Attenzione e suo sviluppo tra 0-3 anni
In asilo nido, le educatrici parlano spesso di attenzione, e del suo sviluppo, dandone un significato di volta in volta diverso, solitamente basato sul senso comune o su quanto studiato nel loro percorso formativo.
In realtà, l’attenzione è un fenomeno complesso, che si evolve notevolmente negli anni in cui il bambino frequenta l’asilo nido. Inoltre, dato che l’attenzione è alla base di molti processi coinvolti nello sviluppo, non solo cognitivo, del bambino, è conveniente iniziare questa analisi da una sua definizione.
L’attenzione è definita come (es: Courage e Richards, 2008, pagina 106):
Questa definizione non ha quindi un aspetto puramente di processo cognitivo. Tale definizione di attenzione:
- Nasce dai due modelli maggiormente validati dalle più recenti ricerche neuroscientifiche
- È applicabile anche ai bambini di 0-3 anni
- Considera che l’attenzione si evolve secondo lo sviluppo del bambino
- Ha risvolti pratici molto interessanti per i genitori e le educatrici che operano con i bambini di asilo nido, come osserveremo poi
Come vedremo nel seguito, esistono diversi tipi di attenzione, quali quella orientata agli stimoli, l’attenzione sostenuta e l’attenzione esecutiva.
Sviluppo dell’attenzione al Nido – Importanza per le educatrici
L’attenzione del bambino è alla base dell’efficacia di gran parte delle azioni delle educatrici e dei genitori verso i bambini di 0-3 anni: si pensi allo sguardo fisso di un bambino di 5 mesi su un volto, l’apparente indisturbabile esame di un oggetto nel cestino dei tesori da parte di un bambino di 12 mesi nonostante quanto accade attorno a lui, il passaggio veloce da un centro di interesse all’altro, la ricerca dell’attenzione congiunta, ecc.
Purtroppo, un nostro sondaggio tra 110 educatrici di asilo nido in varie regioni d’Italia ha evidenziato che lo sviluppo dell’attenzione è un argomento non conosciuto, in cui le educatrici applicano il loro senso comune in maniera più o meno consapevole, spesso basandosi su sinonimi e concetti non propri, quali concentrazione, interesse, ecc.
La conoscenza di come si sviluppi l’attenzione nel bambino di 0-3 anni, contribuirà a rendere le educatrici di asilo nido più consapevoli sia dei limiti che tale attenzione ha, sia delle possibilità di intervento educativo che essa permettte, e quindi a inserirla in maniera corretta nel proprio Progetto Educativo e nel proprio agire quotidiano. Tale conoscenza contribuisce a:
- Rendere realisticamente e intenzionalmente utili a ciascun bambino le azioni progettate
- Rendere l’attenzione più semplice da osservare e valutare, proprio perché l’educatrice sarà in grado di osservarne i comportamenti che la caratterizzano momento per momento
- Rendere realistiche le aspettative su nuove attività e situazioni educative, quindi potenzialmente riducendo lo stress lavorativo delle educatrici di asilo nido
Importanza dell’attenzione e del suo sviluppo tra 0-3 anni
Agli esempi sopra descritti, comuni negli asilo nido, si aggiungono le evidenze scientifiche che riguardano l’importanza dell’attenzione per lo sviluppo armonico del bambino. Infatti, un precoce sviluppo dell’attenzione è un valido predittore di successivi comportamenti non solo cognitivi o collegati all’attenzione, ma anche ad altri aspetti quali l’auto-regolazione e la competenza sociale (Kopp, 2002; Ruff et al, 1990; Sigman & Beckwith, 1980; Sigman, Cohen, Beckwith, & Parmelee, 1986).
Modelli di sviluppo della attenzione
I 2 modelli di sviluppo dell’attenzione che considereremo sono quelli di Knudsen e di Posner.
Entrambi i modelli partono dall’osservazione che, a livello neuronale, all’attenzione è associato un incremento di attività di alcuni neuroni (“enhanced firing”); questo non solo nell’uomo, ma anche negli altri animali.
Clicca per visualizzare il rapporto tra attenzione e “enhanced firing” in dettaglio:
In pratica, se un neurone ha una data risposta quando non si sta prestando attenzione ad uno stimolo, tale neurone avrà una risposta maggiore quando invece si seguirà lo stimolo (anche se il tipo di stimolo rimane invariato).
Vediamo ora alcune considerazioni sui modelli di sviluppo
Modello di sviluppo della attenzione second Knudsen
Knudsen (2007) ha proposto un modello dell’attenzione basato su 4 processi tra loro legati, al cui centro pone la memoria operativa (“working memory”). Infatti, la memoria operativa ha il compito di conservare le informazioni che arrivano dal mondo esterno, in modo che possano essere analizzate.
Inizialmente vi è un processo di “selezione competitiva” (“competitive selection”), che fa accedere alla memoria operativa le informazioni e i segnali potenzialmente più interessanti.
Vi è da una parte un processo di attenzione endogena (“endogenous attention”), cioè un insieme di processi cognitivi superiori che regolano l’intensità dei segnali durante la selezione competitiva per l’accesso alla memoria operativa. In pratica, dato che questo processo è continuo, il contenuto già presente nella memoria operativa influenza (in maniera volontaria) la selezione delle nuove informazioni in arrivo.
Vi è poi dall'altra parte un processo di attenzione esogena (“exogenous attention”), che invece incrementa la risposta a stimoli inusuali e/o importanti dal punto di vista biologico/evolutivo (ad esempio: potenziali pericoli)
L’intero modello si basa su osservazioni che identificano in varie aree del cervello le interazioni tra i processi di attenzione.
Questo modello di attenzione è piuttosto complesso, e qui lo abbiamo semplificato al massimo; per chi desidera approfondirlo, rimandiamo a Knudsen (2007).
Modello di attenzione secondo Posner
Un modello neuropsicologico dell’attenzione, molto usato in varie ricerche, è quello di Posner e collaboratori (es: Posner & Petersen, 1990). Questo modello descrive lo sviluppo dell’attenzione e abbraccia tutta la vita; in particolare, illustra in dettaglio quanto accade ai bambini tra 0 e 3 anni.
Secondo Posner e collaboratori, esistono 3 reti di attenzione (“attention networks”) tra loro interconnessi:
- Sistema di orientamento (“orienting system”), o rete dell’attenzione posteriore (“posterior attention network”): processi che riguardano il dirigere l’attenzione verso uno stimolo specifico
- Sistema di arousal (processi che riguardano il divenire attenti e rimanere attenti a quanto ci circonda)
- Sistema di controllo esecutivo (“executive control system”), o rete dell’attenzione anteriore (“anterior attention network”): processi che permettono di risolvere il conflitto tra più oggetti d’attenzione
La particolarità dell’interconnessione tra queste tre reti sta nel loro sviluppo, il che le rende molto interessanti per le educatrici di asilo nido. Vediamo alcuni dettagli di questo sviluppo dell'attenzione.
Sistema di orientamento dell’attenzione
Il sistema di orientamento dell’attenzione, già presente alla nascita (Ruff & Rothbart, 1996), si sviluppa durante i primi mesi di vita, raggiungendo la piena funzionalità verso i 6 mesi. Compito del sistema di orientamento è spostare l’attenzione verso specifici punti dell’ambiente, con vari comportamenti quali ad esempio il distogliere gli occhi, anticipare con gli occhi il movimento, non ritornare all’oggetto precedente (vedi anche Johnson & Tucker, 1996).
Il sistema di orientamento dell’attenzione consiste in:
- Una rete di orientamento spaziale (fisicamente situata nella corteccia parietale del cervello)
- Percorso di riconoscimento degli oggetti (fisicamente situato nella corteccia temporale del cervello)
Il sistema di orientamento dell’attenzione è collegato alla capacità di mantenere uno stato di alert -arousal, in modo da permettere una efficace raccolta delle informazioni. Tale sistema è fisicamente situato nel midollo spinale e, proseguendo lo sviluppo, anche nel lobo frontale destro.
Sistema di controllo esecutivo dell’attenzione
Il sistema di controllo esecutivo dell’attenzione è collegato alla capacità di “decidere” a cosa prestare attenzione, e si sviluppa dapprima lentamente nel primo anno di vita e, nel secondo anno, più velocemente. Dal punto di vista fisico, coincide con il graduale passaggio dai processi subcorticali a un maggior controllo corticale (oltre a Posner & Petersen, 1990, vedi anche: Colombo, 2002; Fan et al, 2001; Johnson, 2005; Posner & Raichle, 1994).
Le educatrici possono notare che tra i 18 e i 24 mesi circa il bambino inizia a prestare attenzione a attività che lui stesso “prepara” e poi compie. È interessante notare che questa evoluzione nel controllo esecutivo dell’attenzione sembra essere un aspetto di un insieme più ampio di funzioni esecutive che si sviluppano di pari passo, e che comprende anche la memoria operativa, la capacità di passare da un compito all’altro, l’intelligenza “fluida” (Engle, 2002; Kane & Engle, 2002).
Sviluppo dei 3 network di attenzione secondo Posner
Una chiara descrizione dello sviluppo delle 3 reti di attenzione è presentata in una review di Ruff & Rothbart (1996), a cui rimandiamo per i dettagli, mentre di seguito evidenzieremo lo sviluppo dei 3 network dell’attenzione in maniera dedicata all’agire educativo di una educatrice di asilo nido.
Attenzione e suo Sviluppo al Nido - Bibliografia
Clicca per visualizzare la bibliografia
Banerjee, P. N., & Tamis-LeMonda, C. S., (2007). Infants’ persistence and mothers’ teaching as predictors of toddlers’ cognitive development. Infant Behavior & Development, 30, 479-491.
Colombo, J. (2001). The development of visual attention in infancy. Annual review of psychology, 52(1), 337-367.
Colombo, J. (2002). Infant attention grows up: The emergence of a developmental cognitive neuroscience perspective. Current Directions in Psychological Science, 11(6), 196-200.
Courage, M. L., Richards, J. E. (2008). “Attention”, in In Haith M. M. & Benson J. B., (Eds) (2008). “Encyclopedia of Infant and Early Childhood Development”. Academic Press, 106-117
Engle, R. W. (2002). Working memory capacity as executive attention. Current directions in psychological science, 11(1), 19-23.
Fan, J., McCandliss, B. D., Flombaum, J. I., Thomas, K. M., & Posner, M. I. (2001): “Comparing images of conflict in frontal cortex”. Annual meeting of the Cognitive Neuroscience Society, New York, NY.
Johnson, M. H., & Tucker, L. A. (1996). The development and temporal dynamics of spatial orienting in infants. Journal of Experimental Child Psychology, 63(1), 171-188.
Kane, M. J., & Engle, R. W. (2002). The role of prefrontal cortex in working-memory capacity, executive attention, and general fluid intelligence: An individual-differences perspective. Psychonomic bulletin & review, 9(4), 637-671.
Knudsen, E. I., (2007). Fundamental Components of Attention. Annual Review of Neuroscience 30 (1): 57–78
Kopp, C. B., (2002). Commentary: The co-developments of attention and emotion regulation. Infancy, 3, 199-208.
Posner, M. I., & Peterson, S. E., (1990). The attention system of the human brain. Annual Review of Neuroscience, 13, 25-42
Posner, M. I., & Raichle, M. E. (1994). Images of mind. Scientific American Library/Scientific American Books
Ruff, H. A., Lawson, K. R., Parrinello, R., & Weissberg, R., (1990). Long-term stability of individual differences in sustained attention in the early years. Child Development, 61, 60–75.
Ruff, H. A., & Rothbart, M. K. (1996). Attention in early development: Themes and variations. Oxford University Press.
Sigman, M.,&Beckwith, L., (1980). Infant visual attentiveness in relation to caregiver-infant interaction and developmental outcome. Infant Behavior and Development, 3, 141–154
Sigman, M., Cohen, S. E., Beckwith, L., & Parmelee, A. H., (1986). Infant attention in relation to intellectual abilities in childhood. Developmental Psychology, 22(6), 788–792.
Attenzione e suo Sviluppo al Nido - Articoli collegati
Per una analisi dello sviluppo del bambino, rimandiamo a Tabelle di sviluppo per semestri e agli articoli collegati.
Una discussione su come sia concretamente possibile inserire lo sviluppo dell'attenzione in strategie educative specifiche e nell'agire quotidiano delle educatrici di asilo nido è proposta in Attenzione e suo Sviluppo al Nido – Strategie e azioni educative, mentre alcuni esempi dedicati in maniera specifica all'inserimento dell'attenzione nel Progetto Educativo sono presentati in Attenzione e Progetto Educativo del Nido - Esempi.
Alcuni esempi di attività educative, che considerano anche l'attenzione e sono calibrati sulle diverse tappe dello sviluppo del bambino, sono presentati in Attività per età e ambiti di sviluppo e negli articoli collegati.
Attenzione e suo Sviluppo al Nido - Conclusioni
In questo articolo abbiamo proposto le teorie più usate per comprendere il fenomeno dell’attenzione e del suo sviluppo, con particolare riferimento ai bambini di asilo nido. L’attenzione, definita come l’incremento selettivo di qualche comportamento a discapito di altri, è data dall’interazione di più competenze complesse, che si sviluppano con la maturazione del bambino – in particolare quella cognitiva. Di particolare interesse educativo è l’aspetto del controllo esecutivo dell’attenzione, che è collegato alla capacità di “decidere” a cosa prestare attenzione. Questo aspetto dell’attenzione si sviluppa lentamente nel primo anno di vita e poi più velocemente nel secondo anno. Abbiamo anche analizzato l’evoluzione dell’attenzione da quella obbligatoria a quella sostenuta, fino all’attenzione esecutiva tipica del terzo anno di vita. Scopo dell’articolo è fornire indicazioni utili alle educatrici di asilo nido, sia per le loro azioni educative quotidiane, sia per un Progetto Educativo che espliciti il grande valore che l’attenzione ha per il bambino e ne consideri lo sviluppo nel tempo.